SOLDATI
1.I commentatori politici o militari, come gli astrologi, sopravvivono a quasi ogni errore poiché i più fedeli seguaci non si rivolgono a loro per una valutazione dei fatti ma per il rinfocolamento della dedizione nazionalistica. George Orwell 1903 – 1950
2.I bambini giocano a fare i soldati. Ma perché i soldati giocano a fare i bambini? Karl Kraus 1874 – 1936
3.La soldataglia (…) non conosce alcuna misura; fa tremare se non trema essa stessa; ma quando ha paura, la si può calpestare senza pericolo. Tacito 55 – 120
x. ( su Archimede di Siracusa) Ad un tratto entrò nella stanza un soldato romano che gli ordinò di andare con lui da Marcello. Archimede rispose che sarebbe andato dopo aver risolto il problema e messa in ordine la dimostrazione. Il soldato si adirò, sguainò la spada e lo uccise. Plutarco
4.I soldati si mettono in ginocchio quando sparano, forse per chiedere perdono dell'assassinio. Voltaire 1694-1778
5.Sennonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: — Non ragionate! — L'ufficiale dice: — Non ragionate, ma fate esercitazioni militari. — L'impiegato di finanza: — Non ragionate, ma pagate! — L'uomo di chiesa: — Non ragionate, ma credete! Immanuel Kant 1724-1804
6.«Gli eserciti permanenti (miles perpetuus) devono col tempo scomparire interamente».Essi infatti minacciano incessantemente gli altri Stati con la guerra, dovendo sempre mostrarsi armati a tale scopo, ed eccitano altri Stati a gareggiare vicendevolmente in qualità di armamenti in una corsa senza fine: e siccome per le spese a ciò occorrenti la pace diventa da ultimo ancor più oppressiva che non una breve guerra, così tali eserciti permanenti diventano essi stessi la causa di guerre aggressive condotte per liberarsi di quel peso. Immanuel Kant 1724-1804
x.Di più del mutuo soccorso le società operaie devono occuparsi di politica, cioè, procurar col tempo di avere un buon governo che non tolga i figli del popolo per il servizio d'una monarchia, ma per quello del proprio Paese.
Sostituire in poche parole all'esercito permanente, la nazione armata quando sia d'uopo. Giuseppe Garibaldi 1807 – 1882
7.Generale, l'uomo fa di tutto. | Può volare e può uccidere. | Ma ha un difetto: | può pensare. Bertolt Brecht 1898 – 1956
8.Se dovessero suonare le campane della vittoria | porterete in giro gli elenchi dei caduti. Bertolt Brecht 1898 – 1956
x.Il grande errore in cui cadono quasi tutte le analisi riguardanti la guerra – errore in cui in particolare sono incorsi i socialisti – è di considerare la guerra come un episodio di politica estera, mentre è prima di tutto un fatto di politica interna, e il più atroce di tutti. Non si tratta qui di considerazioni sentimentali, né di superstizioso rispetto per la vita umana, si tratta di un rilievo assai semplice: il massacro è la forma più radicale di oppressione; i soldati non si espongono alla morte, sono mandati al massacro. Come ogni apparato oppressivo, una volta costituito, resta fino a quando non viene spezzato, così ogni guerra, imponendo un apparato finalizzato a dirigere le manovre strategiche su masse costrette a servire come masse di manovra, deve essere considerata, anche nel caso in cui sia condotta da rivoluzionari, come un fattore reazionario. Simone Weil 1909 − 1943
x.La guerra rivoluzionaria è la tomba della rivoluzione e lo sarà sempre fino a quando non si sarà dato ai soldati, o piuttosto ai cittadini armati, la possibilità di fare la guerra senza apparato dirigente, senza pressione poliziesca, senza leggi eccezionali, senza punizione per i disertori. Simone Weil 1909 − 1943
9.Un soldato deve confidare sulla sua spada e sul suo coraggio, non perdere tempo ad adornarsi di oro e argento. (…) Un soldato deve adornarsi del suo valore. Tito Livio 59 a.C. – 17 d.C.
10.Quiriti, io non sono di quelli che pensano che ai comandanti non si debbano rivolgere dei consigli: anzi, quello che agisce soltanto sulla base della sua opinione, lo giudico arrogante e non certo avveduto. Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.
11.La sera prima della battaglia, il colonnello chiamò i suoi ufficiali e disse loro: «Signori, "militare" è un aggettivo che seguendo il sostantivo ne peggiora il significato. Noi rispettiamo lo Stato, ma temiamo lo Stato militare; amiamo la Vita, sopportiamo la vita militare; ammiriamo il Genio, ma il genio militare non ha fatto i ponti. Stanotte alle tre avremo una sveglia militare, un caffè militare e una marcia verso il fiume. Poi: per alcuni l'ospedale militare, per altri un cimitero militare e per altri ancora una medaglia al valor militare. Conto sul vostro umorismo. Signori, siete in libertà». Ennio Flaiano 1910-1972
x.Nessuna pianificazione, per quanto attenta, potrà mai sostituire una bella botta di culo.” Legge di Dunn
Arthur Bloch 1948
x.È bene che i Generali siano intelligenti ma se sono fortunati è molto meglio. Napoleone Bonaparte 1769 – 1821
12.Più vale la virtù de' soldati che la moltitudine; più giova alcuna volta il sito che la virtù. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
13.I soldati, quando dimorano alle stanze, si mantengano col timore e con la pena; poi, quando si conducono alla guerra, con la speranza e col premio. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
14.Un esercito è chiamato a servire un Paese, non a governarlo. George Washington 1732 – 1799
x.Esercito al potere sono calci nel sedere. Marcello Marchesi 1912 – 1978
15.Il soldato che si rifiuta di servire in una guerra ingiusta è applaudito da coloro che non si rifiutano di appoggiare il governo ingiusto che conduce quella stessa guerra. Henry David Thoreau 1817 – 1862
16.Per essere intelligente non basta avere molte idee, come non basta avere molti soldati per essere un buon generale. Nicolas Chamfort 1741 – 1794
x.La spada è un delitto, come la pena di morte è un abuso, come la conquista è una ingiuria. Facciamo nostri i frutti della terra dove nascemmo, per farne libero scambio con altri. Facciamo della guerra un anacronismo, e del lavoro un inno allo Eterno. Quando le campane e i cannoni saranno divenuti macchine produttrici, il dispotismo disarmato tornerà nell'ombra donde uscì, per la disperazione degli uomini, e l'alba della felicità biancheggierà l'orizzonte, per irradiar quindi l'orbe universo. Giuseppe Garibaldi 1807 – 1882
x.Nelle Fiandre, notoriamente teatro di durissimi scontri nel corso della prima guerra mondiale, tra il fango, la disperazione, i gas tossici, il sangue e la morte, si formò spontaneamente, senza alcuna premeditazione da parte umana, quel sistema del "vivi e lascia vivere" che lo storico Ashworth ha per primo accuratamente descritto. Egli sostiene che il livello di ardore bellico era piuttosto basso in entrambi gli schieramenti: proprio il fatto che ogni individuo - al pari del "nemico" - non solo dovesse subire passivamente le condizioni di vita disumane, ma fosse anzi costretto a dare attivamente un proprio contributo, svolgeva un'azione paralizzante sulla mentalità "a somma zero" che dovrebbe ispirare ogni valoroso soldato. Non di rado le trincee nemiche distavano solo una quindicina di metri, e sarebbe stato facile decimarsi a vicenda a colpi di bombe a mano. Invece non solo si stabilivano tregue di intere settimane, ma fra i due schieramenti arrivarono a manifestarsi - per esempio in occasione del Natale - sentimenti decisamente amichevoli. In vasti settori del fronte spesso le ostilità venivano completamente sospese, e col tempo s'imposero, spontanei ma rispettati da entrambe le parti, altri rituali di non aggressione, come il reciproco ignorarsi delle pattuglie nemiche che di notte, durante le missioni esplorative, finivano per incontrarsi nella terra di nessuno. È facile immaginare come reagirono gli stati maggiori a questa corruzione della morale. Nella primavera del 1917 il comandante della 16a divisione di fanteria britannica si vide costretto a prendere misure contro questa piaga e a emanare un ordine del giorno in cui vietava ogni intesa col nemico e diffidava dal prendere contatti con lo stesso, sottolineando che ogni tentativo in questo senso sarebbe stato immediatamente stroncato e i trasgressori sottoposti a procedimento disciplinare. Ciò che rende perfino divertente questa tentata ipersoluzione è il fatto che il dilagante principio del "vivi e lascia vivere" deve avere accomunato (almeno in via teorica) a livelli per così dire più elevati anche i due stati maggiori con le loro rispettive preoccupazioni. È fondato il sospetto che, se fosse venuto a conoscenza di quell'ordine del giorno, il generale tedesco che si contrapponeva alla 16 a divisione avrebbe approvato di cuore il modo di procedere del collega britannico. Detto altrimenti: si era venuta a creare l'assurda situazione per cui sarebbe stata ragionevole una collaborazione fra i due antagonisti con l'obiettivo di trovare misure comuni contro quella calamità. In realtà questo non si verificò.(...). I rigorosi limiti posti al "vivi e lascia vivere" misero i soldati in trincea di fronte a un dilemma manicheo. Infatti, o eseguivano gli ordini superiori e sparavano non appena si mostrasse il nemico, esponendosi immediatamente alla ritorsione per non avere osservato il tacito patto di non aggressione; oppure rispettavano la tregua non ufficiale rischiando, così, di finire davanti alla corte marziale. Il tertium, che anche in questo caso scaturì del tutto spontaneamente dal dilemma, fu l'uso di un espediente già in vigore ai tempi dell'impero spagnolo: nei possedimenti d'oltremare agli ordini spesso insensati provenienti dall'Escorial si reagiva secondo la formula: Se obedece, pero no se cumple (Si ubbidisce, ma non si esegue). Nelle Fiandre, tre secoli dopo, le cose non andarono diversamente: si ubbidiva all'ordine di sparare, ma si sbagliava la mira e il nemico, grato, faceva altrettanto. Paul Watzlawick 1921 − 2007
2.I bambini giocano a fare i soldati. Ma perché i soldati giocano a fare i bambini? Karl Kraus 1874 – 1936
3.La soldataglia (…) non conosce alcuna misura; fa tremare se non trema essa stessa; ma quando ha paura, la si può calpestare senza pericolo. Tacito 55 – 120
x. ( su Archimede di Siracusa) Ad un tratto entrò nella stanza un soldato romano che gli ordinò di andare con lui da Marcello. Archimede rispose che sarebbe andato dopo aver risolto il problema e messa in ordine la dimostrazione. Il soldato si adirò, sguainò la spada e lo uccise. Plutarco
4.I soldati si mettono in ginocchio quando sparano, forse per chiedere perdono dell'assassinio. Voltaire 1694-1778
5.Sennonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: — Non ragionate! — L'ufficiale dice: — Non ragionate, ma fate esercitazioni militari. — L'impiegato di finanza: — Non ragionate, ma pagate! — L'uomo di chiesa: — Non ragionate, ma credete! Immanuel Kant 1724-1804
6.«Gli eserciti permanenti (miles perpetuus) devono col tempo scomparire interamente».Essi infatti minacciano incessantemente gli altri Stati con la guerra, dovendo sempre mostrarsi armati a tale scopo, ed eccitano altri Stati a gareggiare vicendevolmente in qualità di armamenti in una corsa senza fine: e siccome per le spese a ciò occorrenti la pace diventa da ultimo ancor più oppressiva che non una breve guerra, così tali eserciti permanenti diventano essi stessi la causa di guerre aggressive condotte per liberarsi di quel peso. Immanuel Kant 1724-1804
x.Di più del mutuo soccorso le società operaie devono occuparsi di politica, cioè, procurar col tempo di avere un buon governo che non tolga i figli del popolo per il servizio d'una monarchia, ma per quello del proprio Paese.
Sostituire in poche parole all'esercito permanente, la nazione armata quando sia d'uopo. Giuseppe Garibaldi 1807 – 1882
7.Generale, l'uomo fa di tutto. | Può volare e può uccidere. | Ma ha un difetto: | può pensare. Bertolt Brecht 1898 – 1956
8.Se dovessero suonare le campane della vittoria | porterete in giro gli elenchi dei caduti. Bertolt Brecht 1898 – 1956
x.Il grande errore in cui cadono quasi tutte le analisi riguardanti la guerra – errore in cui in particolare sono incorsi i socialisti – è di considerare la guerra come un episodio di politica estera, mentre è prima di tutto un fatto di politica interna, e il più atroce di tutti. Non si tratta qui di considerazioni sentimentali, né di superstizioso rispetto per la vita umana, si tratta di un rilievo assai semplice: il massacro è la forma più radicale di oppressione; i soldati non si espongono alla morte, sono mandati al massacro. Come ogni apparato oppressivo, una volta costituito, resta fino a quando non viene spezzato, così ogni guerra, imponendo un apparato finalizzato a dirigere le manovre strategiche su masse costrette a servire come masse di manovra, deve essere considerata, anche nel caso in cui sia condotta da rivoluzionari, come un fattore reazionario. Simone Weil 1909 − 1943
x.La guerra rivoluzionaria è la tomba della rivoluzione e lo sarà sempre fino a quando non si sarà dato ai soldati, o piuttosto ai cittadini armati, la possibilità di fare la guerra senza apparato dirigente, senza pressione poliziesca, senza leggi eccezionali, senza punizione per i disertori. Simone Weil 1909 − 1943
9.Un soldato deve confidare sulla sua spada e sul suo coraggio, non perdere tempo ad adornarsi di oro e argento. (…) Un soldato deve adornarsi del suo valore. Tito Livio 59 a.C. – 17 d.C.
10.Quiriti, io non sono di quelli che pensano che ai comandanti non si debbano rivolgere dei consigli: anzi, quello che agisce soltanto sulla base della sua opinione, lo giudico arrogante e non certo avveduto. Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.
11.La sera prima della battaglia, il colonnello chiamò i suoi ufficiali e disse loro: «Signori, "militare" è un aggettivo che seguendo il sostantivo ne peggiora il significato. Noi rispettiamo lo Stato, ma temiamo lo Stato militare; amiamo la Vita, sopportiamo la vita militare; ammiriamo il Genio, ma il genio militare non ha fatto i ponti. Stanotte alle tre avremo una sveglia militare, un caffè militare e una marcia verso il fiume. Poi: per alcuni l'ospedale militare, per altri un cimitero militare e per altri ancora una medaglia al valor militare. Conto sul vostro umorismo. Signori, siete in libertà». Ennio Flaiano 1910-1972
x.Nessuna pianificazione, per quanto attenta, potrà mai sostituire una bella botta di culo.” Legge di Dunn
Arthur Bloch 1948
x.È bene che i Generali siano intelligenti ma se sono fortunati è molto meglio. Napoleone Bonaparte 1769 – 1821
12.Più vale la virtù de' soldati che la moltitudine; più giova alcuna volta il sito che la virtù. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
13.I soldati, quando dimorano alle stanze, si mantengano col timore e con la pena; poi, quando si conducono alla guerra, con la speranza e col premio. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
14.Un esercito è chiamato a servire un Paese, non a governarlo. George Washington 1732 – 1799
x.Esercito al potere sono calci nel sedere. Marcello Marchesi 1912 – 1978
15.Il soldato che si rifiuta di servire in una guerra ingiusta è applaudito da coloro che non si rifiutano di appoggiare il governo ingiusto che conduce quella stessa guerra. Henry David Thoreau 1817 – 1862
16.Per essere intelligente non basta avere molte idee, come non basta avere molti soldati per essere un buon generale. Nicolas Chamfort 1741 – 1794
x.La spada è un delitto, come la pena di morte è un abuso, come la conquista è una ingiuria. Facciamo nostri i frutti della terra dove nascemmo, per farne libero scambio con altri. Facciamo della guerra un anacronismo, e del lavoro un inno allo Eterno. Quando le campane e i cannoni saranno divenuti macchine produttrici, il dispotismo disarmato tornerà nell'ombra donde uscì, per la disperazione degli uomini, e l'alba della felicità biancheggierà l'orizzonte, per irradiar quindi l'orbe universo. Giuseppe Garibaldi 1807 – 1882
x.Nelle Fiandre, notoriamente teatro di durissimi scontri nel corso della prima guerra mondiale, tra il fango, la disperazione, i gas tossici, il sangue e la morte, si formò spontaneamente, senza alcuna premeditazione da parte umana, quel sistema del "vivi e lascia vivere" che lo storico Ashworth ha per primo accuratamente descritto. Egli sostiene che il livello di ardore bellico era piuttosto basso in entrambi gli schieramenti: proprio il fatto che ogni individuo - al pari del "nemico" - non solo dovesse subire passivamente le condizioni di vita disumane, ma fosse anzi costretto a dare attivamente un proprio contributo, svolgeva un'azione paralizzante sulla mentalità "a somma zero" che dovrebbe ispirare ogni valoroso soldato. Non di rado le trincee nemiche distavano solo una quindicina di metri, e sarebbe stato facile decimarsi a vicenda a colpi di bombe a mano. Invece non solo si stabilivano tregue di intere settimane, ma fra i due schieramenti arrivarono a manifestarsi - per esempio in occasione del Natale - sentimenti decisamente amichevoli. In vasti settori del fronte spesso le ostilità venivano completamente sospese, e col tempo s'imposero, spontanei ma rispettati da entrambe le parti, altri rituali di non aggressione, come il reciproco ignorarsi delle pattuglie nemiche che di notte, durante le missioni esplorative, finivano per incontrarsi nella terra di nessuno. È facile immaginare come reagirono gli stati maggiori a questa corruzione della morale. Nella primavera del 1917 il comandante della 16a divisione di fanteria britannica si vide costretto a prendere misure contro questa piaga e a emanare un ordine del giorno in cui vietava ogni intesa col nemico e diffidava dal prendere contatti con lo stesso, sottolineando che ogni tentativo in questo senso sarebbe stato immediatamente stroncato e i trasgressori sottoposti a procedimento disciplinare. Ciò che rende perfino divertente questa tentata ipersoluzione è il fatto che il dilagante principio del "vivi e lascia vivere" deve avere accomunato (almeno in via teorica) a livelli per così dire più elevati anche i due stati maggiori con le loro rispettive preoccupazioni. È fondato il sospetto che, se fosse venuto a conoscenza di quell'ordine del giorno, il generale tedesco che si contrapponeva alla 16 a divisione avrebbe approvato di cuore il modo di procedere del collega britannico. Detto altrimenti: si era venuta a creare l'assurda situazione per cui sarebbe stata ragionevole una collaborazione fra i due antagonisti con l'obiettivo di trovare misure comuni contro quella calamità. In realtà questo non si verificò.(...). I rigorosi limiti posti al "vivi e lascia vivere" misero i soldati in trincea di fronte a un dilemma manicheo. Infatti, o eseguivano gli ordini superiori e sparavano non appena si mostrasse il nemico, esponendosi immediatamente alla ritorsione per non avere osservato il tacito patto di non aggressione; oppure rispettavano la tregua non ufficiale rischiando, così, di finire davanti alla corte marziale. Il tertium, che anche in questo caso scaturì del tutto spontaneamente dal dilemma, fu l'uso di un espediente già in vigore ai tempi dell'impero spagnolo: nei possedimenti d'oltremare agli ordini spesso insensati provenienti dall'Escorial si reagiva secondo la formula: Se obedece, pero no se cumple (Si ubbidisce, ma non si esegue). Nelle Fiandre, tre secoli dopo, le cose non andarono diversamente: si ubbidiva all'ordine di sparare, ma si sbagliava la mira e il nemico, grato, faceva altrettanto. Paul Watzlawick 1921 − 2007