REGNO
x.Felice quel re, i cui sudditi temono per lui, ma non di lui. Pittaco di Mitilene 650 a.C.
x.Lo stato sono io. Luigi XIV 1638-1715
x.Meglio regnare all'inferno che servire in cielo. John Milton 1608 – 1674
x.Preferisco essere primo qui (un piccolissimo villaggio delle Alpi) che secondo a Roma. (citato in Plutarco, Vita di Cesare);
1.Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere. Michel de Montaigne 1533 – 1592
2.I pregi della posizione sociale, della nascita, sia pure regale, della ricchezza e simili stanno agli autentici pregi personali, il grande spirito o il grande cuore, come i re da palcoscenico stanno a quelli veri.
Arthur Schopenhauer 1778-1860
3.Bigotto è colui che, sotto un Re ateo, sarebbe ateo. Jean de La Bruyère 1645 – 1696
4.Santità, se voi vi affacciate a quella finestra, vedrete sulla scalinata della cattedrale una vecchietta cenciosa, una mendicante, un essere di nessun conto nella vita di questo mondo, che sta lì dalla mattina alla sera. Ma tra un milione di anni, o tra mille milioni di anni, la sua anima esisterà ancora, perché Dio l'ha creata immortale. Mentre il regno di Napoli, quello di Francia, quello d'Inghilterra, tutti gli altri regni, con i loro eserciti, i loro tribunali, le loro fanfare e il resto, saranno tornati nel nulla. Ignazio Silone 1900 – 1978
5.Quando questi ultimi [Eschine e Filocrate] lodarono Filippo come un uomo abilissimo nel parlare e bellissimo da vedere e, per Zeus, ottimo bevitore, Demostene non poté fare a meno di gettare il discredito e la derisione su questi discorsi dicendo che il primo elogio era adatto a un sofista, il secondo a una donna, il terzo a una spugna, nessuno a un sovrano. Plutarco 46 circa – 120
6.Non sai che i re hanno le mani lunghe? Ovidio 43 a.C. – 18 d.C.
x.Non c'è lue senza re. Marcello Marchesi 1912 – 1978
7.In ogni tua azione ricordati che sei Rè affinché tu non possa mai concepire una idea indegna di sì sublime dignità.
Isocrate 436 a.C. – 338 a.C.
8.La pallida morte batte ugualmente al tugurio del povero come al castello dei re. Orazio 65 a.C. – 8 a.C
9.Chiunque ama l'aurea via di mezzo, evita, sicuro, sia lo squallore del vile tugurio sia, frugale, lo splendore della reggia invidiata. Orazio 65 a.C. – 8 a.C
10.nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
11.A uno principe è necessario sapere bene usare la bestia e l'uomo. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
12.Coloro che vincono, in qualunque modo vincono, mai non ne riportono vergogna. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
13.Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe [volpe] e il lione, perché il lione non si difende da' lacci, la golpe non si difende da' lupi. Bisogna adunque essere golpe a conoscere e lacci e lione a sbigottire e lupi. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
14.L'ingratitudine è il primo dovere di un principe. Anatole France 1844 – 1924
15.La saggezza dei principi è di corta durata. Anatole France 1844 – 1924
16.Altro motivo d'orgoglio, esser cittadini! Ciò consiste, per i poveri, a mantenere e conservare i ricchi nella loro potenza e nel loro ozio. Essi devono lavorare, di fronte alla maestosa uguaglianza della legge, che proibisce al ricco come al povero di dormire sotto i ponti, di chieder la carità per la strada e di rubar del pane. È uno dei benefici della Rivoluzione. Siccome questa rivoluzione è stata fatta da dei pazzi e degli imbecilli, a profitto degli accaparratori di beni nazionali, e in sostanza non si risolve che nell'arricchimento dei contadini scaltri e dei borghesi usurai, essa elevò, sotto il nome di uguaglianza, l'impero della ricchezza. Essa ha dato la Francia in balia dei finanzieri, che da cent'anni la divorano. Essi vi stanno da padroni e signori. Il governo apparente, composto di poveri diavoli, meschini, gretti, paurosi e nefasti, è al soldo dei finanzieri. Da un secolo, in questo paese avvelenato, chiunque ama i poveri è ritenuto un traditore della società. E si è considerati pericolosi quando si afferma che vi sono dei miserabili. Si sono fatte persino delle leggi contro l'indignazione e la pietà. E quello che dico adesso, non si potrebbe stampare. Anatole France 1844 – 1924
17.(...) nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
18. Quanto sia laudabile in uno principe mantenere la fede e vivere con integrità e non astuzia, ciascuno lo intende: nondimanco si vede per esperienza ne' nostri tempi quelli prìncipi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno con l'astuzia saputo aggirare e cervelli delli uomini; e alla fine hanno superato quelli che si sono fondati sulla lealtà . Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
19.La Francia è un governo assoluto, temperato dalle canzoni. Nicholas Chamfort 1741 – 1794
20.Contro individui concordi, anche la potenza dei re s'infrange: ma la discordia e la sedizione offrono infiniti vantaggi agli avversari. Tito Livio 59 a.C. – 17 d.C.
22. Anche le repubbliche sono a volte governate da re nudi. Stanisław Jerzy Lec 1909 – 1966
23. Nel regno dei ciechi i guerci son re; passai colà per un per un buon maestro, poiché ce n'erano solo di cattivi. rousseau 1712-1788
24.Se un re è talmente odiato e disprezzato dai suoi sudditi da non riuscire a dominarli se non riducendoli alla miseria attraverso la violenza, l'estorsione, la confisca d'ogni bene, allora è meglio che abdichi. Thomas More 1478 – 1535
x.Si possono fondare imperi gloriosi sul delitto, e nobili religioni sull'impostura. Charles Baudelaire 1821 – 1867
25.L'immaginazione domina il regno del vero e, all'interno di questo regno, il possibile è soltanto una regione. Charles Baudelaire 1821 – 1867
x.Nasce da questo una disputa: s’elli è meglio essere amato che temuto, o e converso. Respondesi, che si vorrebbe essere l’uno e l’altro; ma, perché elli è difficile accozzarli insieme, è molto piú sicuro essere temuto che amato, quando si abbia a mancare dell’uno de’ dua. Perché delli uomini si può dire questo generalmente: che sieno ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori de’ pericoli, cupidi di guadagno; e mentre fai loro bene, sono tutti tua, òfferonti el sangue, la roba, la vita, e figliuoli come di sopra dissi, quando il bisogno è discosto; ma, quando ti si appressa, e’ si rivoltano. E quel principe che si è tutto fondato in sulle parole loro, trovandosi nudo di altre preparazioni, rovina; perché le amicizie che si acquistono col prezzo e non con grandezza e nobiltà d’animo, si meritano, ma elle non si hanno, et a’ tempi non si possono spendere. E li uomini hanno meno respetto ad offendere uno che si facci amare, che uno che si facci temere; perché l’amore è tenuto da uno vinculo di obbligo, il quale, per essere li uomini tristi, da ogni occasione di propria utilità è rotto; ma il timore è tenuto da una paura di pena che non ti abbandona mai. Debbe non di manco el principe farsi temere in modo, che, se non acquista lo amore, che fugga l’odio; perché può molto bene stare insieme esser temuto e non odiato; il che farà sempre, quando si astenga dalla roba de’ sua cittadini e de’ sua sudditi, e dalle donne loro: e quando pure li bisognassi procedere contro al sangue di alcuno, farlo quando vi sia iustificazione conveniente e causa manifesta; ma, sopra a tutto, astenersi dalla roba d’altri; perché li uomini sdimenticano piú presto la morte del padre che la perdita del patrimonio. Di poi, le cagioni del tôrre la roba non mancono mai; e, sempre, colui che comincia a vivere con rapina, truova cagione di occupare quello d’altri; e, per avverso, contro al sangue sono piú rare e mancono piú presto. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
x. Dove son troppi a comandare, nasce la confusione. Luigi Einaudi 1874 - 1961
x. Quando il Governo era dispotico, erano le regie concubine o i favoriti dei re che intascavano i milioni delle Banche o del Panama; adesso forse questi non vi entreranno più, ma vi entrano (ed il cambio non è migliore) i deputati; poiché una volta che costoro, al pari dei re, si considerino inviolabili e più di questi siano irresponsabili col pretesto che non sieno funzionari pubblici, potendo al più cadere dal seggio ed impunemente godere del denaro pubblico carpito mediante il pubblico ufficio, è naturale che non si risparmino, per poco che abbiano debole il senso morale; mentre i poveri re, se facessero altrettanto, prima cadrebbero dall'estimazione pubblica, e poi finirebbero per perdere il trono e forse i beni e la vita. Fate che fra le mani di uomini irresponsabili ed inviolabili quasi, si pongano immensi tesori senza nessun pericolo a prenderseli; e provatevi un po' a dire che non li tocchino! Ma il male ora è peggiore anche perchè i re sono pochi, mentre i deputati e senatori sono molti e più pericolosi. Cesare Lombroso 1835 – 1909
x.La nobile iscrizione con cui gli ateniesi onorarono l’arrivo di Pompeo nella loro città è in armonia col mio sentire:
Tanto più sei Dio, quanto più ti riconosci uomo.
«Saper godere del nostro essere così com’è è una forma di perfezione assoluta, e quasi divina. Noi cerchiamo condizioni diverse perché non siamo capaci di fare buon uso della nostra, e usciamo fuori di noi perché non sappiamo vedere quel che c’è dentro. Se pure saliamo sui trampoli, dovremo comunque camminare con le nostre gambe. E anche sul più alto trono del mondo saremo sempre seduti sul nostro culo. A mio giudizio le più belle vite sono quelle che si conformano al modello comune e umano compostamente, senza mirabilia e senza stravaganze. Michel de Montaigne 1533 – 1592
x.Lo stato sono io. Luigi XIV 1638-1715
x.Meglio regnare all'inferno che servire in cielo. John Milton 1608 – 1674
x.Preferisco essere primo qui (un piccolissimo villaggio delle Alpi) che secondo a Roma. (citato in Plutarco, Vita di Cesare);
1.Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere. Michel de Montaigne 1533 – 1592
2.I pregi della posizione sociale, della nascita, sia pure regale, della ricchezza e simili stanno agli autentici pregi personali, il grande spirito o il grande cuore, come i re da palcoscenico stanno a quelli veri.
Arthur Schopenhauer 1778-1860
3.Bigotto è colui che, sotto un Re ateo, sarebbe ateo. Jean de La Bruyère 1645 – 1696
4.Santità, se voi vi affacciate a quella finestra, vedrete sulla scalinata della cattedrale una vecchietta cenciosa, una mendicante, un essere di nessun conto nella vita di questo mondo, che sta lì dalla mattina alla sera. Ma tra un milione di anni, o tra mille milioni di anni, la sua anima esisterà ancora, perché Dio l'ha creata immortale. Mentre il regno di Napoli, quello di Francia, quello d'Inghilterra, tutti gli altri regni, con i loro eserciti, i loro tribunali, le loro fanfare e il resto, saranno tornati nel nulla. Ignazio Silone 1900 – 1978
5.Quando questi ultimi [Eschine e Filocrate] lodarono Filippo come un uomo abilissimo nel parlare e bellissimo da vedere e, per Zeus, ottimo bevitore, Demostene non poté fare a meno di gettare il discredito e la derisione su questi discorsi dicendo che il primo elogio era adatto a un sofista, il secondo a una donna, il terzo a una spugna, nessuno a un sovrano. Plutarco 46 circa – 120
6.Non sai che i re hanno le mani lunghe? Ovidio 43 a.C. – 18 d.C.
x.Non c'è lue senza re. Marcello Marchesi 1912 – 1978
7.In ogni tua azione ricordati che sei Rè affinché tu non possa mai concepire una idea indegna di sì sublime dignità.
Isocrate 436 a.C. – 338 a.C.
8.La pallida morte batte ugualmente al tugurio del povero come al castello dei re. Orazio 65 a.C. – 8 a.C
9.Chiunque ama l'aurea via di mezzo, evita, sicuro, sia lo squallore del vile tugurio sia, frugale, lo splendore della reggia invidiata. Orazio 65 a.C. – 8 a.C
10.nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
11.A uno principe è necessario sapere bene usare la bestia e l'uomo. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
12.Coloro che vincono, in qualunque modo vincono, mai non ne riportono vergogna. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
13.Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe [volpe] e il lione, perché il lione non si difende da' lacci, la golpe non si difende da' lupi. Bisogna adunque essere golpe a conoscere e lacci e lione a sbigottire e lupi. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
14.L'ingratitudine è il primo dovere di un principe. Anatole France 1844 – 1924
15.La saggezza dei principi è di corta durata. Anatole France 1844 – 1924
16.Altro motivo d'orgoglio, esser cittadini! Ciò consiste, per i poveri, a mantenere e conservare i ricchi nella loro potenza e nel loro ozio. Essi devono lavorare, di fronte alla maestosa uguaglianza della legge, che proibisce al ricco come al povero di dormire sotto i ponti, di chieder la carità per la strada e di rubar del pane. È uno dei benefici della Rivoluzione. Siccome questa rivoluzione è stata fatta da dei pazzi e degli imbecilli, a profitto degli accaparratori di beni nazionali, e in sostanza non si risolve che nell'arricchimento dei contadini scaltri e dei borghesi usurai, essa elevò, sotto il nome di uguaglianza, l'impero della ricchezza. Essa ha dato la Francia in balia dei finanzieri, che da cent'anni la divorano. Essi vi stanno da padroni e signori. Il governo apparente, composto di poveri diavoli, meschini, gretti, paurosi e nefasti, è al soldo dei finanzieri. Da un secolo, in questo paese avvelenato, chiunque ama i poveri è ritenuto un traditore della società. E si è considerati pericolosi quando si afferma che vi sono dei miserabili. Si sono fatte persino delle leggi contro l'indignazione e la pietà. E quello che dico adesso, non si potrebbe stampare. Anatole France 1844 – 1924
17.(...) nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
18. Quanto sia laudabile in uno principe mantenere la fede e vivere con integrità e non astuzia, ciascuno lo intende: nondimanco si vede per esperienza ne' nostri tempi quelli prìncipi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno con l'astuzia saputo aggirare e cervelli delli uomini; e alla fine hanno superato quelli che si sono fondati sulla lealtà . Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
19.La Francia è un governo assoluto, temperato dalle canzoni. Nicholas Chamfort 1741 – 1794
20.Contro individui concordi, anche la potenza dei re s'infrange: ma la discordia e la sedizione offrono infiniti vantaggi agli avversari. Tito Livio 59 a.C. – 17 d.C.
22. Anche le repubbliche sono a volte governate da re nudi. Stanisław Jerzy Lec 1909 – 1966
23. Nel regno dei ciechi i guerci son re; passai colà per un per un buon maestro, poiché ce n'erano solo di cattivi. rousseau 1712-1788
24.Se un re è talmente odiato e disprezzato dai suoi sudditi da non riuscire a dominarli se non riducendoli alla miseria attraverso la violenza, l'estorsione, la confisca d'ogni bene, allora è meglio che abdichi. Thomas More 1478 – 1535
x.Si possono fondare imperi gloriosi sul delitto, e nobili religioni sull'impostura. Charles Baudelaire 1821 – 1867
25.L'immaginazione domina il regno del vero e, all'interno di questo regno, il possibile è soltanto una regione. Charles Baudelaire 1821 – 1867
x.Nasce da questo una disputa: s’elli è meglio essere amato che temuto, o e converso. Respondesi, che si vorrebbe essere l’uno e l’altro; ma, perché elli è difficile accozzarli insieme, è molto piú sicuro essere temuto che amato, quando si abbia a mancare dell’uno de’ dua. Perché delli uomini si può dire questo generalmente: che sieno ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori de’ pericoli, cupidi di guadagno; e mentre fai loro bene, sono tutti tua, òfferonti el sangue, la roba, la vita, e figliuoli come di sopra dissi, quando il bisogno è discosto; ma, quando ti si appressa, e’ si rivoltano. E quel principe che si è tutto fondato in sulle parole loro, trovandosi nudo di altre preparazioni, rovina; perché le amicizie che si acquistono col prezzo e non con grandezza e nobiltà d’animo, si meritano, ma elle non si hanno, et a’ tempi non si possono spendere. E li uomini hanno meno respetto ad offendere uno che si facci amare, che uno che si facci temere; perché l’amore è tenuto da uno vinculo di obbligo, il quale, per essere li uomini tristi, da ogni occasione di propria utilità è rotto; ma il timore è tenuto da una paura di pena che non ti abbandona mai. Debbe non di manco el principe farsi temere in modo, che, se non acquista lo amore, che fugga l’odio; perché può molto bene stare insieme esser temuto e non odiato; il che farà sempre, quando si astenga dalla roba de’ sua cittadini e de’ sua sudditi, e dalle donne loro: e quando pure li bisognassi procedere contro al sangue di alcuno, farlo quando vi sia iustificazione conveniente e causa manifesta; ma, sopra a tutto, astenersi dalla roba d’altri; perché li uomini sdimenticano piú presto la morte del padre che la perdita del patrimonio. Di poi, le cagioni del tôrre la roba non mancono mai; e, sempre, colui che comincia a vivere con rapina, truova cagione di occupare quello d’altri; e, per avverso, contro al sangue sono piú rare e mancono piú presto. Niccolò Machiavelli 1469 – 1527
x. Dove son troppi a comandare, nasce la confusione. Luigi Einaudi 1874 - 1961
x. Quando il Governo era dispotico, erano le regie concubine o i favoriti dei re che intascavano i milioni delle Banche o del Panama; adesso forse questi non vi entreranno più, ma vi entrano (ed il cambio non è migliore) i deputati; poiché una volta che costoro, al pari dei re, si considerino inviolabili e più di questi siano irresponsabili col pretesto che non sieno funzionari pubblici, potendo al più cadere dal seggio ed impunemente godere del denaro pubblico carpito mediante il pubblico ufficio, è naturale che non si risparmino, per poco che abbiano debole il senso morale; mentre i poveri re, se facessero altrettanto, prima cadrebbero dall'estimazione pubblica, e poi finirebbero per perdere il trono e forse i beni e la vita. Fate che fra le mani di uomini irresponsabili ed inviolabili quasi, si pongano immensi tesori senza nessun pericolo a prenderseli; e provatevi un po' a dire che non li tocchino! Ma il male ora è peggiore anche perchè i re sono pochi, mentre i deputati e senatori sono molti e più pericolosi. Cesare Lombroso 1835 – 1909
x.La nobile iscrizione con cui gli ateniesi onorarono l’arrivo di Pompeo nella loro città è in armonia col mio sentire:
Tanto più sei Dio, quanto più ti riconosci uomo.
«Saper godere del nostro essere così com’è è una forma di perfezione assoluta, e quasi divina. Noi cerchiamo condizioni diverse perché non siamo capaci di fare buon uso della nostra, e usciamo fuori di noi perché non sappiamo vedere quel che c’è dentro. Se pure saliamo sui trampoli, dovremo comunque camminare con le nostre gambe. E anche sul più alto trono del mondo saremo sempre seduti sul nostro culo. A mio giudizio le più belle vite sono quelle che si conformano al modello comune e umano compostamente, senza mirabilia e senza stravaganze. Michel de Montaigne 1533 – 1592