MEMORIA
x.L'alto concetto del progresso umano è stato privato del suo senso storico e degradato a mero fatto naturale, sicché il figlio è sempre migliore e più saggio del padre e il nipote più libero di pregiudizi del nonno. Alla luce di simili sviluppi, dimenticare è diventato un dovere sacro, la mancanza di esperienza un privilegio e l'ignoranza una garanzia di successo. Hannah Arendt 1906 – 1975
4.La scarsa memoria delle generazioni consolida le leggende. Stanisław Jerzy Lec 1909 – 1966
x. Le notti in cui abbiamo dormito è come se non fossero mai esistite. Restano nella memoria solo quelle in cui non abbiamo chiuso occhio: notte vuol dire notte insonne. Emil Cioran 1911 – 1995
19.La sola funzione della memoria è di aiutarci a rimpiangere. Emil Cioran 1911 – 1995
x.Là dove noi non siamo, si sta bene. Nel passato noi non siamo più ed esso ci appare bellissimo. Anton Čechov 1860 – 1904
x.Tutti si lamentano della loro memoria, ma nessuno si lamenta del proprio discertimento. François de La Rochefoucauld 1613 – 1680
x.L'acqua limacciosa della memoria, dove tutto ciò che cade si nasconde. Se la si muove, qualcosa torna a galla. Jules Renard 1864 – 1910
1.La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace. È questa una verità logora, nota non solo agli psicologi, ma anche a chiunque abbia posto attenzione al comportamento di chi lo circonda, o al suo stesso comportamento. Primo Levi 1919 – 1987
2.La realtà si forma soltanto nella memoria. Proust 1871 – 1922
3.Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo. Marcel Proust 1871 – 1922
x.Non si vive di Ricordi. Solo Giuseppe Verdi c'è riuscito. Marcello Marchesi 1912 – 1978
5.Si può chiudere un occhio sulla realtà, ma non sui ricordi. Stanisław Jerzy Lec 1909 – 1966
6.L'uomo di buona memoria nulla ricorda, perché nulla dimentica. Samuel Beckett 1906 – 1989
x.La vera arte della memoria è l'attenzione. Samuel Johnson1709-1784
x.Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria. Johann Wolfgang von Goethe 1749 – 1832
7.I ricordi non si spartiscono. Marcel Proust 1871 – 1922
8.Basta che un rumore, un odore, già udito o respirato un'altra volta, siano di nuovo reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perché subito l'essenza permanente e ordinariamente nascosta delle cose venga liberata, e perché il nostro vero "IO", che talvolta sembrava morto, ma che non lo era interamente, si desti, si animi, ricevendo il celeste nutrimento che gli viene offerto. Marcel Proust 1871 – 1922
18.Poiché (l'abitudine) affievolisce tutto, quel che meglio ci ricorda una persona è proprio ciò che avevamo dimenticato (perché era insignificante, e così gli avevamo lasciato tutta la sua forza). Marcel Proust 1871 – 1922
9.Possiamo più biasimare il passato, che non correggerlo. Tito Livio 59 a.C. – 17 d.C.
10.La vita è breve ma viene resa più lunga dal ricordo che di noi lasciamo. Infatti il prestigio, che ci viene dal denaro e dalla prestanza fisica scorre come un fiume ed è fragile come un fuscello. La rettitudine, invece, risplende eternamente. Sallustio 86 a.C. – 34 a.C.
11.La memoria dei mali passati è gioconda. Cicerone 106 a.C. – 43 a.C
x.Forse un giorno ci allieterà ricordare tutto questo. Publio Virgilio Marone 70 a.C. – 19 a.C.
12.(..)la memoria non è altro che assuefazione. Perché infatti l’uomo (e l’animale), niente sapendo per natura ec., tanto sa quanto si ricorda, cioè quanto ha imparato mediante le esperienze de’ sensi. Si può dire che la memoria sia l’unica fonte del sapere, ch’ella sia legata, e quasi costituisca tutte le nostre cognizioni ed abilità materiali o mentali, e che senza memoria l’uomo non saprebbe nulla e non saprebbe far nulla. E siccome ho detto che la memoria non è altro che assuefazione, nasce (benché prestissimo) da lei ed è contenuta in lei, cosí vicendevolmente può dirsi ch’ella (..)contiene tutte le assuefazioni ed è il fondamento di tutte, vale a dire d’ogni nostra scienza e attitudine. Giacomo Leopardi 1798-1837
13.A spese di chi la gente vive nei ricordi degli altri?
Stanisław Jerzy Lec 1909 – 1966
14.I ricordi si interpretano come i sogni. Leo Longanesi 1905 – 1957
14.Era in quello stato di stupore e di turbamento inquieto in cui piomba l'anima che ha appena ottenuto ciò che ha desiderato a lungo. Abituata a desiderare, non trova più niente da desiderare, mentre non ha ancora dei ricordi. Stendhal, nom de plume di Marie-Henri Beyle 1783 – 1842
15. Quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo.
George Santayana, 1863 – 1952
16.Nessuno deve commettere la stessa stupidaggine due volte, la scelta è sufficientemente ampia. Jean Paul Sartre 1905-1980
17.I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perchè certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza . Hannah Arendt 1906-1975
21.Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria. Dante 1265-1321
19.La sola funzione della memoria è di aiutarci a rimpiangere. Emil Cioran 1911 – 1995
x.Ognuno porta in fondo a sé stesso come un piccolo cimitero di coloro che ha amato. Romain Rolland 1866 – 1944
18.Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta ? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della maddalena. Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva ? Che senso aveva ? Dove fermarla ? Bevo una seconda sorsata, non ci trovo più nulla della prima, una terza che mi porta ancor meno della seconda. E tempo di smettere, la virtù della bevanda sembra diminuire. E’ chiaro che la verità che cerco non è in essa, ma in me. E’ stata lei a risvegliarla, ma non la conosce, e non può far altro che ripetere indefinitivamente, con la forza sempre crescente, quella medesima testimonianza che non so interpretare e che vorrei almeno essere in grado di richiederle e ritrovare intatta, a mia disposizione ( e proprio ora ), per uno schiarimento decisivo. Depongo la tazza e mi volgo al mio spirito. Tocca a lui trovare la verità…retrocedo mentalmente all’istante in cui ho preso la prima cucchiaiata di tè. Ritrovo il medesimo stato, senza alcuna nuova chiarezza. Chiedo al mio spirito uno sforzo di più…ma mi accorgo della fatica del mio spirito che non riesce; allora lo obbligo a prendersi quella distrazione che gli rifiutavo, a pensare ad altro, a rimettersi in forze prima di un supremo tentativo. Poi, per la seconda volta, fatto il vuoto davanti a lui, gli rimetto innanzi il sapore ancora recente di quella prima sorsata e sento in me il trasalimento di qualcosa che si sposta, che vorrebbe salire, che si è disormeggiato da una grande profondità; non so cosa sia, ma sale, lentamente; avverto la resistenza e odo il rumore degli spazi percorsi…All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di maddalena che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio…." Marcel Proust 1871 – 1922
24.Il pensare ai buoni momenti del passato non ci conforta perché siamo convinti che oggi li sapremmo affrontare con maggiore intelligenza e trarne migliore profitto. Ennio Flaiano1910-1972
20.Le notti in cui abbiamo dormito è come se non fossero mai esistite. Restano nella memoria solo quelle in cui non abbiamo chiuso occhio: notte vuol dire notte insonne. Cioran 1911 – 1995
22.L'animale ha ricevuto le facoltà del sentimento, della memoria, e di un certo numero di idee. Chi gliele ha date? Colui che ha fatto crescere l'erba dei campi e gravitare la terra intorno al sole. Voltaire 1694-1778
23.La conversazione più felice è quella di cui non ci si ricorda nulla distintamente tranne l'effetto generale di un'impressione piacevole.
Samuel Johnson1709-1784
infatti l’uomo (e l’animale), niente sapendo per natura ec., tanto sa quanto si ricorda, cioè quanto ha imparato mediante le esperienze de’ sensi. Si può dire che la memoria sia l’unica fonte del sapere, ch’ella sia legata, e quasi costituisca tutte le nostre cognizioni ed abilità materiali o mentali, e che senza memoria l’uomo non saprebbe nulla e non saprebbe far nulla. E siccome ho detto che la memoria non è altro che assuefazione, nasce (benché prestissimo) da lei ed è contenuta in lei, cosí vicendevolmente può dirsi ch’ella
25.Un libro è un grande cimitero dove, sulla maggior parte delle tombe non si possono più leggere i nomi ormai cancellati; talvolta al contrario ricordiamo benissimo il nome, ma non sappiamo se dell'essere che lo portava sopravvive qualcosa nelle nostre pagine.
Marcel Proust 1871 – 1922
27.Ci sono fra i ricordi d'ogni uomo, cose che non si raccontano a tutti, ma appena agli amici. Ce ne sono altre che neanche agli amici si raccontano, ma appena a se stessi, e per di più sotto suggello di segreto. Ce ne sono, infine, altre ancora che persino a se stessi si ha paura di raccontare, e di tali ricordi ogni uomo, anche ammodo, ne mette insieme parecchi. Fëdor Dostoevskij 1821 – 1881
28.E se fossimo soltanto il ricordo di qualcuno? Stanisław Jerzy Lec 1909 – 1966